Il 2022 è stato un anno di grandi successi per il mondo dell’arte e del lusso, che ha riconfermato la solidità e la consapevolezza di un’industria dalle diramazioni molteplici e capace di influenzare economia e cultura al tempo stesso.
Emblema di questo periodo di prosperità sono i profitti dichiarati dalla casa d’aste britannica Christie’s, che ammontano a un totale di 8,4 miliardi di dollari, distribuiti tra 7,2 miliardi di dollari ottenuti da vendite pubbliche e 1,2 miliardi ricavati, invece, da transazione private; Christie’s ha dunque venduto più di 45mila lotti durante il 2022, registrando un tasso di vendita medio pari all’85%.
“È un record assoluto, non solo per Christie’s, ma per il mercato dell’arte“, ha commentato Guillaume Cerutti, amministratore delegato della casa d’aste. “Siamo in un macro-contesto difficile, ma queste cifre dimostrano la resilienza del mercato dell’arte”.
Christie’s, a differenza della sorella Sotheby’s, si occupa esclusivamente di arte e lusso e si definisce una realtà “purista”, come dimostrano i dati delle vendite: infatti sono i pezzi d’arte realizzati nel 20esimo e nel 21esimo secolo a registrare maggiori profitti (6,2 miliardi di dollari, un +21% rispetto al 2021), diramandosi nelle categorie dei beni di lusso (988 milioni di dollari, +2%) e in quella dei capolavori definiti “classici” (789 milioni di dollari, +37%).
Tuttavia, le collezioni sono state il vero pezzo forte del 2022, come dimostrano i ricavati ottenuti dall’asta dedicata a Paul G.Allen (un record assoluto, pari a 1,6 miliardi di dollari) e quelli registrati, invece, per le creazioni della coppia di artisti Claude e Francois-Xavier Lalanne (pari a 4,55 miliardi di dollari totali).
Attori fondamentali nel sistema Christie’s sono i collezionisti asiatici e i millennials, demografiche che si sovrappongono in un 40% dei consumatori complessivi; al centro degli interessi dei più giovani ci sono artisti in ascesa, come Matthew Wong, Adrian Ghenie e Anna Weyant, nonché beni di lusso tra cui orologi, gioielli, borse, scarpe da ginnastica e vino.
Se pensa al 2023 e ai prossimi successi della casa d’aste, Ben Gore, Chief Operating Officer di Christie’s, non può che considerare l’attuale contesto sociale e politico. “Chiedersi cosa succederà a Christie’s nel 2023 è una domanda da un trilione di dollari. Dobbiamo interfacciarci con un’inflazione crescente e con il conflitto Russo-Ucraino, impossibile da ignorare. La forza di ciò che facciamo, con le collezioni, con il nostro attento processo di conservazione, con un team forte, ci porterà avanti”.