Il Qatar è sotto i riflettori di tutto il mondo in queste settimane frenetiche e cariche di anticipazione per il mondiale di calcio 2022.
Tra controversie e scandali, questo non sarà un evento importante solo per l’industria sportiva, ma anche per il grande lusso internazionale, che in Qatar, in Kuwait e, soprattutto, a Dubai hanno investito milioni e milioni di euro.
Secondo L’ Alta Gamma Consensus, infatti, questa fase di dinamismo e benessere sarà essenziale per il mercato medio orientale, che nel 2023 segnerà un valore di crescita complessiva pari al +7%.
Superata la pandemia, quest’area geografica ed economica ha conosciuto un nuovo benessere luxury, sintetizzato perfettamente da un aumento significativo delle vendite e da un ridimensionamento della crescita economica dell’Arabia Saudita, stagnante rispetto ai risultati ottenuti da Dubai, Kuwait e Qatar.
Dietro a queste percentuali, possiamo individuare un fattore di influenza primaria e di grande rilevanza storica: il conflitto russo e ucraino ha infatti direzionato un gran numero di turisti russi verso il Medio Oriente, dato che queste nazioni non hanno imposto sanzioni o limiti al governo Putin e ai suoi cittadini. I dati al riguardo parlano chiaro e segnano un +182% di presenza internazionale in Qatar, rispetto ai valori registrati nello stesso contesto nel 2021.
Il Made in Italy rimane in vetta e al suo fianco appaiono marchi di lusso meno conosciuti, ma di innegabile qualità.
“Per il consumatore emiratino il lusso continua ad essere prevalentemente sinonimo di brand“, spiega Amedeo Scarpa, direttore Ice Dubai. “Registriamo una piccola crescita di domanda anche verso prodotti unbranded purché unici, come il bello e ben fatto Made in Italy, nonché una maggiore attenzione verso la sostenibilità di prodotto intesa come valore. Ma si tratta ancora di nicchie estremamente limitate di domanda”.