I funghi sono tra i più antichi organismi viventi tutt’ora presenti sul pianeta Terra. Si distinguono in migliaia di specie, categorizzate per forma, colore, provenienza, proprietà e persino per il loro livello di pericolosità; sono diventati parte integrante della pop culture, grazie alla loro silhouette riconoscibile e a un’associazione per nulla casuale alle loro capacità psichedeliche, e ovviamente sono un pilastro della cultura gastronomica mondiale. Si tratta di una risorsa versatile, unica nel suo genere, e che ora, dopo aver rivoluzionato il mercato vegetariano e vegano, sembra star per cambiare il futuro del lusso sostenibile.
I funghi potrebbero diventare infatti una nuova fonte di produzione per cuoio assolutamente cruelty-free e rigenerabile all’infinito: un materiale colorato, idro-repellente e biodegradabile che è già stato scelto da maison come Stella McCartney, Balenciaga ed Hermès per realizzare borse, accessori, scarpe e cappotti.
Altre realtà stanno esplorando non solo la possibilità di realizzare capi d’alta moda con il micelio dei funghi, ma anche l’alternativa di distruggerli.
L’industria tessile, infatti, è tra le più inquinanti e con l’espansione della fast fashion, i suoi effetti potranno solo che peggiorare. Per questo motivo il marchio Esprit ha recentemente assoldato l’azienda sostenibile Pentatonic, con l’intenzione di collaudare un sistema di smaltimento rifiuti basato sulla capacità di consumo dei batteri fungini.
Come riferito a The Face, i funghi sono stati capaci di consumare tessuti come il cotone e la canapa senza alcuna difficoltà.
“Osservare il micelio mangiare i capi in così poco tempo è stato un promemoria di come questa prima esplorazione possa portare a una nuova serie di possibilità”, ha riferito alla rivista britannica un portavoce di Pentatonic, specificando che in ogni caso questa tecnica potrà essere applicata su larga scala solo a partire dal 2024.