La mostra dedicata all’indiscusso maestro della moda Roberto Capucci si terrà in quello che è il labirinto più grande al mondo, Il Labirinto Della Masone, fino al prossimo 8 gennaio. Seriche Armature vuole celebrare i diversi aspetti della carriera di Capucci, inquadrando a peno il suo pensiero creativo.
“Capucci è più che un creatore di moda: è regista, architetto e forse anche drammaturgo. I suoi abiti dettano il cerimoniale e l’etichetta di corte, dando perciò forma all’avvenimento, così come fissano i diversi caratteri e i ruoli delle donne che li portano.” Spiega la critica dell’arte Sylvia Ferino.
La mostra, curata dalla Fondazione Roberto Capucci insieme alla Fondazione Franco Maria Ricci e con la collaborazione della storica Sylvia Ferino, si tiene a distanza di trent’anni dalla pubblicazione di un volume della collana Luxe, calme et voluptè dedicata proprio a Capucci da Franco Maria Ricci, proprio per onorare questa ricorrenza.
Roberto Capucci, nato a Roma nel 1930, apre il suo primo atelier a soli 20 anni. Impossibile da inquadrare in una singola categoria, la sua è un’opera artistica che viene subito accolta con entusiasmo dalla critica estera. La notorietà dei suoi abiti che hanno sempre avuto una forza espressiva ineguagliabile, hanno vestito icone femminili come Marilyn Monroe, Gloria Swanson, Jacqueline Kennedy, Elsa Martinelli, Irene Brin, Rita Levi Montalcini che nel 1986 ritirò il Premio Nobel proprio indossando un suo capolavoro.
“Chi indossa una creazione di Capucci diventa immediatamente protagonista di una scena di cui è egli stesso regista: una scena che rassomiglia ai cortei trionfali e alle feste allestite nel Rinascimento e nell’età barocca in onore di principi famosi.” Racconta in occasione dell’inaugurazione Sylvia Ferino.
La natura è la principale fonte di suggestione del suo lavoro, si ispira ai miti delle Metamorfosi di Ovidio, tramite i suoi abiti rappresenta Dafne e altri personaggi nella trasformazione in alberi o animali. L’utilizzo della stoffa e dei colori crea proprio delle “seriche armature” che sembrano prescindere dalla forma del corpo. Per comprendere meglio il processo creativo che sta alla base del lavoro di Capucci alcuni schizzi preparatori saranno presenti in mostra.
La sua ricerca dell’espressione del Bello si manifesta in particolare negli abiti da sera dove è lui stesso ad impore al tempo il suo marchio inconfondibile. Così sono nate le memorabili creazioni degli anni ’80, come Farfalle e Cerchi, che ricordano forme del mondo animale, o Variazioni nel Verde e Colore, con particolari e audaci combinazioni cromatiche.
Lo stilista Antonio Marras racconta: “Lui non disegna abiti, li plasma, come se fossero preziosa porcellana. Roberto Capucci è un matematico e un botanico, è ingegnere aerospaziale e il piccolo principe di Saint-Exupèry che chiede di disegnare una pecora per mangiare il baobab. Roberto Capucci esplora e narra di un mondo di abiti animati. Un mondo fatto di miti divenuti materia vivente, un universo in continua trasformazione, come una natura viva e mutante.”