I primi sei mesi del 2022 crescono le vendite di orologi svizzeri all’estero, con numeri positivi su tutti i principali mercati, ad eccezione di Cina e Hong Kong.
“Il deterioramento delle condizioni macroeconomiche, geopolitiche e sanitarie ha avuto finora un impatto limitato sui risultati”, afferma la Federazione dell’industria orologiera (FH), che parla di una prima metà dell’anno “molto buona”. Concretamente le esportazioni si sono attestate a 11,9 miliardi di franchi, il 12% in più dello stesso periodo dell’anno scorso.
A livello di continenti l’Asia rimane il continente più importante, con il 49% di quota di mercato e un incremento dei ricavi pari all’1%. L’Europa si attesta al 30% (+22% i proventi) e l’America al 19% (+31%). A livello di singoli paesi dominano gli Stati Uniti (vendite per 1,8 miliardi di franchi, +31%); seguono Cina (-26% a 1,1 miliardi), Hong Kong (-12% a 973 milioni), Giappone (+20% a 837 milioni), Regno Unito (+32% a 778 milioni), Singapore (+21% a 763 milioni), Germania (+25% a 613 milioni), Francia (+37% a 573 milioni), Emirati Arabi Uniti (+18% a 544 milioni) e Italia (+10% a 468 milioni).
Nel mese scorso l’industria degli orologi del territorio ha chiuso con esportazioni da 2,11 miliardi di franchi svizzeri (pari 2,13 miliardi di euro in cambio odierno) con un balzo dell’8,1% annuo, rispetto al +7,3% del mese di aprile. Un risultato positivo che non supera tuttavia la crescita del mese di maggio, in cui il settore ha messo a segno un aumento del 13,6%.