Nuova stretta per le big tech. Il 5 luglio il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo Digital Services Act (DSA). Il DSA ha l’obbiettivo di combattere l’odio e la disinformazione, ma fornisce anche una serie di strumenti per contrastare la circolazione di merci contraffatte e pericolose. Il disegno di legge è stato accolto con favore dalle associazioni europee di e-commerce, che tuttavia sono preoccupate per la scadenza molto ravvicinata per la sua attuazione. Nello specifico Dsa introduce anche nuovi obblighi per i marketplace operanti all’interno del mercato europeo per l’identificazione e la tracciabilità di fornitori e prodotti.
«Ciò che è illegale offline lo deve essere anche online», ha commenta Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea.
Le “piattaforme online molto grandi” (VLOP, come definite dall’UE) hanno sette mesi per attuare le nuove regole, mentre gli intermediari commerciali solamente 15. Le multinazionali che non seguiranno le nuove normative rischiano multe fino al 6% del loro fatturato annuo globale o, in alcuni casi, anche di essere sottoposte al divieto di operare sul territorio europeo.
Le nuove misure aggiornano la direttiva comunitaria sull’e-commerce datata 2000, quando i colossi del web erano ancora nella loro fase embrionale. Tra le novità è previsto anche uno stop alle pubblicità mirate sui minori, alla profilazione degli utenti in base a religione, sesso o preferenze sessuali.