Difficile quest’anno il compito ricaduto sulle spalle di Louis Vuitton che, dopo la prematura morte della sua anima creativa, Virgil Abloh, ha dovuto ricostruire la propria filosofia artistica e sartoriale nel rispetto del suo mentore e nella speranza di poter, un giorno, superare la via di bellezza e raffinatezza su cui le creazioni di Abloh erano sbocciate nel corso degli anni.
La collezione menswear Primavera-Estate 2022/23 è dunque un’occasione più che essenziale, un rito di passaggio che avrebbe mostrato al mondo intero la nuova identità della maison.
Arriva così la sentenza dalla Parigi Fashion Week, teatro maestoso per cui la collezione è stata presentata al Cour carré du Louvre.
Virgil Abloh vive e respira a pieni polmoni nell’allestimento e nei capi comparsi in passerella: in uno scenario di giganti piste da corsa, palloncini rossi altrettanto mastodontici emergono dal terreno, creando un paesaggio al limite dell’assurdo, dove gli esseri umani risultano entusiasti bambini in miniatura.
Un vero e proprio paese dei balocchi, un playground segnato da una passerella giallo canarino su cui i modelli hanno fluttuato, avvolti da una leggerezza visiva e sensoriale: tra orli smerlati abbinati a completi e attitude da skater, gonne con top corti e lunghi guanti, fantasie da quadro impressionista, borse a forma di camion giocattolo, eyewear tagliati come occhi di animali e sneakers che ricalcano anatomie altrettanto bestiali, come zoccoli e poderose zampe.
La colonna sonora scelta per l’evento chiude un cerchio in cui lutto, nostalgia e rinascita hanno trovato il proprio senso e forma: sulle note di Count on me, canzone di Kendrick Lamar, i lyrics “Long Live Virgil” riecheggiano come una promessa nel playground di Louis Vuitton, che ha deciso di ricordare il proprio maestro, senza dimenticare il proprio futuro.