Il settore della moda batte le stime nel primo trimestre 2022. La moda ha chiuso l’inizio dell’anno con un fatturato in aumento del 19,3%, un risultato superiore alle aspettative di un +14%. Anche gli ordini hanno registrato un incremento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2021. Questi i dati esposti oggi nel report di Confindustria moda, la federazione Italiana che riunisce le associazioni del comparto.
Nella kermesse odierna sono state anticipate anche le previsioni relative al secondo trimestre e i dati stimano sia atteso un incremento medio delle vendite del 12,9%, numeri su cui pesano principalmente le tensioni del conflitto russo-ucraino.
Nonostante ciò, si percepisce preoccupazione legata al futuro del settore, perché solo l’8% delle imprese registra un sentiment positivo, contro 43% che prevede un peggioramento.
Gli effetti della guerra sono visibili soprattutto nell’aumento dei costi , di materie prime ed energia.
L’aumento dei metalli, preziosi e non, impatta per l’occhialeria e l’oreficeria, l’aumento degli imballaggi viene denunciato in primo luogo dal tessile-abbigliamento, dal calzaturiero e dalla pelletteria, mentre l’aumento di pelli e pellami colpisce il calzaturiero.
“Il tessile, moda e accessorio ritrova il proprio ruolo di propulsore dell’economia del Paese e uno dei principali contributori alla bilancia commerciale italiana, come prima della pandemia. Il conflitto russo-ucraino e il consecutivo ulteriore rialzo dei costi di materie prime ed energia rischiano tuttavia di mettere in ginocchio le pmi che compongono il nostro sistema”, ha affermato Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria moda.
“Se quindi da un lato le problematiche che colpiscono il nostro settore sono trasversali al sistema Paese e richiedono interventi strutturali, come una riforma del mercato dell’energia e un tetto ai costi per le imprese, dall’altro bisogna necessariamente promuovere meccanismi che portino le nostre aziende a rafforzare la propria struttura. Internazionalizzazione, sostenibilità e digitalizzazione sono temi chiave per lo sviluppo delle nostre industrie, ma solo crescendo e facendo sinergie fra le risorse saremo veramente in grado di investire. La situazione di oggi è delicata, il tessile, moda e accessorio italiano rischia di perdere terreno verso i competitor extra europei. È arrivato il momento che il nostro settore accantoni sterili appelli all’unità e inizi a lavorare davvero in tal senso”, ha concluso.