Già a febbrario Franciacorta non ha fatto attendere la community e ha anticipato numerosi progetti e novità in fase di lancio, tra cui la consolidazione della collaborazione con Michelin, grazie alla quale è stata eletta come “destination partner” della Guida.
Ora torna protagonista con il percorso “Le Tre Vite dell’Albero” che prevede il recupero di persone e materiali che, come primo capitolo del progetto, parte con “Il Nido della Sostenibilità” sviluppata dall’Azienda Ricci Curbastro in Franciacorta e che verrà consolidata nei prossimi anni.
I protagonisti sono i detenuti del carcere Istituto di Pena di Alessandria a cui è stato affidato il compito di reinventare le doghe di barili e barriques in cassette pensate come nidi artificiali, volti ad ospitare nei vigneti agricoli la fauna locale, come Cinciallegre, Codirossi e altri insettivori che regolano l’equilibrio dei vigneti.
Riccardo Ricci dell’azienda certificata con standard Equalitas dal 2017 informa che tutto quello che viene utilizzato nella fase produttiva in cantina segue una logica di naturale recupero, come avviene per il sughero dei tappi utilizzato nella produzione di pannelli fonoassorbenti e coibentanti.
Inoltre, il legno dei barriques e dei barili deriva da foreste demaniali francesi gestite secondo norme sostenibili, anche se non è sempre facile da portare al riciclaggio. “Offriamo a queste doghe di rovere una terza vita – evidenzia Ricci Curbastro – dopo la crescita in foresta e l’uso per svariati anni come contenitore per la maturazione dei nostri vini”.
Ai concetti di sostenibilità ambientale ed economica si somma anche quella etica, grazie alla collaborazione con il reparto di falegnameria del carcere alessandrino.