Oscar Murillo è l’artista colombiano le cui grandi tele scure furono esposte all’ingresso del padiglione principale ai giardini durante la Biennale di Venezia del 2015.
Dopo sei anni, Murillo espone di nuovo in Italia, a Roma, negli spazi della Fondazione Memmo che si occupa di promuovere artisti contemporanei, invitandoli a tornare di tanto in tanto nella capitale per sedimentare così un rapporto con la città che possa distillarne la conoscenza.
Spirits and Gestures è il nome della mostra di Oscar Murillo curata da Francesco Stocchi che porta negli spazi romani il risultato di un lavoro durato tre anni e iniziato quindi prima della pandemia.
Si divide in due grandi stanze che ospitano opere di diversa natura dando vita ad un’installazione site-specific con grandi tele, vecchi arredi in legno ed elementi informi di materiale composito. Presenti anche nell’allestimento sono alcuni arredi antichi riconducibili a contesti ecclesiastici che Murillo ha recuperato in vari luoghi richiamando il visitatore in una dimensione quasi domestica.
Le modalità con le quali il potere viene riprodotto sono state spesso affrontate nei lavori dall’artista Murillo, nei quali vengono evidenziate sia come elementi culturali sia come elementi propri del sistema globalizzato. Le sue opere intendono donare uno sguardo critico sulle contraddizioni della società e sono uno spunto meditativo sulle disuguaglianze che caratterizzano gli equilibri di potere.
La mostra, ospita infine due omaggi speciali, uno è dedicato a Domenico Gnoli, pittore romano del Novecento con una monografica a Fondazione Prada di Milano che consiste in alcune stampe in bianco e nero di due suoi dipinti. L’altro omaggio invece vede protagonista un piccolo quadro di Aristide Sartorio, il ritratto di Mercurio nascosto in fondo alla visita dietro una grande tela.