Dopo il progetto “GRABees – Il Miele di Roma” da cui deriva il miele “Ambrosia del Palatino” e la produzione dell’olio extra vergine d’olive Evo “Palatinum”, il Parco Archeologico del Colosseo ha lanciato una nuova iniziativa di valorizzazione della memoria agricola cittadina dando il via alla posa sul Colle Palatino dei primi filari della “Vigna Barberini”.
Un progetto eno-archeologico di massimo rigore che mira a rievocare antiche usanze romane in chiave sostenibile, a partire dai suggerimenti letterari di Plinio il Vecchio sulla cui “Naturalis Historia” del 77 d.C. si legge della presenza nella piazza del Foro Romano di tre piante simbolo della cultura imperiale, appunto “Ficus, Olea et Vitis”. Ed è sempre Plinio il Vecchio a portarci a conoscenza dell’esistenza di un antico vitigno autoctono, noto come “uva pantastica”, da cui noi oggi sappiamo derivare il vino Bellone, tipico della provincia di Roma e Latina.
La produzione del “Vino del Palatino” non è comunque da intendere come un’iniziativa isolata, essa rientra infatti all’interno del più ampio progetto “Parco Green” che mira a livello molto più esteso a conservare l’ecosistema e le biodiversità con metodi d’approccio sostenibili. L’area di riferimento del Parco Archeologico non si limita infatti ai soli resti architettonici, ma comprende altresì una vasta area verde di oltre 40 ettari, dislocata nel cuore della Capitale, lungo i quali è orientato oggi il focus della direttrice Alfonsina Russo.