La cooperativa fondata nel 1961 da 24 famiglie di vignaioli nella Valle Isarco oggi è tra le realtà più importanti della viticoltura alpina. E ha conquistato nella sua squadra anche l’enologo Riccardo Cotarella, perché una vendemmia dopo l’altra i soci di Cantina Valle Isarco non si stancano mai di migliorare i loro prodotti e ottenere il massimo dal territorio in cui operano, con 150 ettari di vigneti, suddivisi in 11 comuni, con una lunga storia enologica, che risale addirittura al 500 a.C. Le terrazze di vigneti della Valle Isarco arrivano fino ai 1000 metri di altitudine e godono oltre che di una natura caratterizzata da una notevole biodiversità, di una notevole varietà di microclimi e suoli a seconda della esposizione. La cantina produce quindi almeno 14 varietà di vitigni, tra i quali la parte maggiore è a bacca bianca (10 contro i quattro a bacca rossa). Ma tra i primi primeggiano forse due vitigni: il Kerner e il Sylvaner, a cui la Cantina ha dedicato pure due linee “premium”, le selezioni Aristos e Sabiona.
E chiamale selezioni. Queste bottiglie sono davvero uniche. Vini pregiatissimi, non tanto per il prezzo contenuto, ma per la qualità. Sia dal Kerner sia dal Sylvaner l’enologo Hannes Munter e la sua squadra sono riusciti a ottenere risultati davvero notevoli. In determinate annate forse persino impareggiabili. Eppure, i 150 soci che oggi compongono la cooperativa sembra non si accontentino mai nel ricercare l’eccellenza nel rinnovare. Da cinque anni a questa parte hanno investito la bellezza di due milioni di euro per migliorare la struttura e la tecnologia e dal 2020 hanno anche coinvolto Riccardo Cotarella per avviare nuovi progetti e lanciarsi in nuove avventure. Di cui, ci rivela lo stesso enologo, la prima riguarderà il Pinot Nero, “Pinot Nero di pura montagna!”. Nella Valle Isarco la pendenza arriva fino al 60%.
Le vigne sono al 90% terrazzate. Ogni vigna è formata da 5-6-7-10 filari di vite, i terrazzamenti e poi un muro che si eleva per 2 metri e poi altri terrazzamenti per evitare una pendenza troppo ripida. Inoltre c’è il problema dell’erosione del terreno per cui la presenza di un muro diventa fondamentale per evitare il franamento del terreno in caso di pioggia. Questa è la viticoltura di montagna.
Così, raggiunti i 60 anni di età tondi tondi e ricchi di riconoscimenti, Cantina Valle Isarco non tradisce ancora la propria mentalità di produzione, né la voglia di migliorarsi. Una caratteristica quest’ultima, a essere onesti, comune a quasi tutta la realtà vitivinicola altoatesina, come ha sottolineato lo stesso Cotarella, durante una tavola rotonda virtuale alla quale abbiamo avuto l’onore di partecipare. Un incontro online dedicato, appunto, al Kerner e al Sylvaner, dalla linea classica alla linea Aristos al Sabiona. Un crescendo di qualità, che comincia con standard già particolarmente elevati. “Il Sylaner”, sottolinea Cotarella, “qui ha dei sapori particolari, l’Aristos è leggermente speziato, emergono quindi la mela, la pesca gialla, la susina, l’erba verde. In bocca è pieno e rotondo, si sento la mandorla fresca e la sapidità”. Si percepisce quindi quel tanto di acidità, che non solo dona freschezza, ma promette anche una discreta longevità.
Il Sylvaner Sabiona è un cru ottenuto, invece da un vigneto a 650 metri di quota posto a contorno di un monastero benedettino altomedioevale, che sorge su un’alta rupe sopra il borgo di Chiusa in Val d’Isarco, in Alto Adige. Il vino al naso ha sentori di frutta matura, genziana, spezie, pietra focaia. In bocca presenta una grande struttura e dinamica. Il finale è lungo e succoso.
Ma, virtualmente, per alzata di mano, la maggioranza dei partecipanti alla degustazione, ha dato il maggior punteggio al Kerner. Chi ancora non lo conosce, potrebbe innamorarsene al primo sorso, anche nella variante classica. Il Kerner Aristos, sostiene sempre Cotarella, non solo presenta “una notevole dinamicità olfattiva, è avvolgente e ha una bella acidità”, quindi senza scomporsi dice: “È un orgasmo per la bocca”.
L’ultimo vino, il Kerner Sabiona, può lasciare senza parole. Per questo aggiungiamo solo qualche nota tecnica: i vigneti si trovano a 750 metri di quota, La pigiatura delle uve è delicata dopo un breve tempo di contatto con le bucce. La fermentazione avviene a temperatura controllata in botti di legno di acacia. La maturazione sulle fecce nobili è in tonneaux per lunghi 15 mesi, quindi il vino matura per ulteriori 9 mesi in bottiglia. Notevole la longevità, ha una capacità di invecchiamento fino a 10-12 anni.
LEGGI ANCHE: