Si è svolta giovedì 26 novembre l’asta “Vini pregiati e distillati”, organizzata in versione digitale dalla storica casa d’aste torinese Bolaffi. Nel corso delle 11 ore di diretta si sono collegati quasi mezzo migliaio di partecipanti. Un successo non soltanto di presenze, ma anche di incassi considerando la vendita del 99% dei 790 lotti disponibili per un totale di 835 mila euro.
La bottiglia che da giorni ha fatto più parlare dell’evento è una doppia magnum Romanée Conti Grand Cru dell’annata 1990, battuta alla cifra record di 100 mila euro, la più alta a cui una bottiglia di vino sia mai stata venduta nel nostro paese. La jerobam ha di fatto quintuplicato la propria base d’asta confermando l’estremo valore economico delle produzioni di Borgogna. Non è questa, infatti, la prima volta che una bottiglia di Domaine de la Romanée-Conti sia venduta a una cifra strabiliante, in effetti, appena due anni fa, nel corso di un’asta organizzata da Sotheby’s, una rara bottiglia dell’annata 1945 era stata addirittura battuta per 558 mila dollari.
“Il lotto della Romanée Conti era introvabile considerando che il cru più celebre di questo Domaine è già molto raro di per sé nel formato normale e che di doppie magnum in Italia se ne importa una ogni decade. Il 1990 è un’annata particolarmente prestigiosa”, questo il commento di Filippo Bolaffi, Ceo dell’omonima casa d’aste.
Sul fronte delle bottiglie italiane è stato invece venduto per 20 mila euro, raddoppiando di fatto il valore della base d’asta, il rinomato quarto di Brenta di Barolo Monfortino Riserva del 1955, tra i lotti più rari ed ambiti dell’intero evento.