Come già successo durante il periodo estivo i grandi brand del lusso sono tornati ad aumentare i propri listini. Con l’emergenza Covid, che non accenna ad arrestarsi e i margini sempre più in bilico anche i colossi internazionali sono così corsi ai ripari applicando quest’infelice strategia.
Tra i tanti, il caso più emblematico oggi appartiene a Chanel, essendo la seconda volta da inizio anno che attua questa politica, in effetti già a maggio aveva gonfiato, in tutto il mondo, i listini di borse e piccoli accessori di pelletteria fino al 17%.
Stando a quanto riportato ieri da Reuters, si possono apprendere i motivi di questa scelta, da attribuire, si legge, “alle significative fluttuazioni del tasso di cambio tra l’euro e alcune valute locali”. Una strategia fermamente sostenuta dalla griffe parigina pur di assicurare che ogni “articolo venga venduto a livelli di prezzo equivalenti in tutto il mondo”.
Di questi tempi Chanel non è però la sola maison ad aver intrapreso questa strada. Mesi fa hanno previsto una serie di rincari anche Gucci, che aveva alzato i listini in Italia, Gran Bretagna e Cina fino al 9%, Salvatore Ferragamo, che aveva aumentato i prezzi fino al 7%, ma anche Louis Vuitton e Prada. In merito si è espresso Patrizio Bertelli, Ceo di quest’ultima, parlando di “scelta inevitabile” pur di fronteggiare le “complessità logistiche e produttive” dell’azienda.