Il recente indebolimento finanziario di Lycra, tra le principali aziende cinesi leader nell’offerta di fibre e soluzioni tecnologiche, ha indotto alcuni suoi creditori a ipotizzarne la vendita, è stata quindi chiamata in causa la società A&M-Alvarez e Marsa al fine di individuare alcuni potenziali acquirenti.
A porre il freno su qualsivoglia trattativa è stato finora Shandong Ruyi, gruppo proprietario del brand dal 2019, leader assoluto nel settore tessile cinese, già proprietario della britannica Aquascutum e della holding francese Smcp, il quale ha dichiarato fermamente la propria contrarietà alla vendita commerciale preferendo per Lycra una quotazione in borsa, precisamente allo Star di Shanghai, al fine di accrescerne la valutazione e migliorarne la forza finanziaria.
Una recente dichiarazione del presidente di Shandong Ruyi ha messo in chiaro l’impegno del gruppo a preservare la propria integrità aziendale, guardando all’innovazione come obiettivo primo: «Il Gruppo Ruyi si è sviluppato a partire da un’azienda tessile nazionale fino a diventare un gruppo di moda a livello mondiale, basato sul progresso tecnologico e sul commercio al dettaglio di brand, con un ecosistema industriale ben stabilito», appare dunque evidente l’interesse a tutelare Lycra, tra le più innovative costole del gruppo.