Al Palazzo Ducale di Genova le “Fotografie ritrovate” di Paolo di Paolo
- A Palazzo Ducale di Genova, nel centenario della nascita, avvenuta nel 1925, di Paolo di Paolo, è stata inaugurata una mostra dal titolo “Paolo di Paolo. Fotografie ritrovate”, retrospettiva dedicata a uno dei grandi maestri della fotografia italiana del Novecento.
Promossa in collaborazione con Marsilio Arte, la mostra è curata da Giovanna Calvenzi e Silvia di Paolo e rimarrà aperta fino al 6 aprile prossimo, restituendo l’opera dimenticata di un autore che è stato capace di raccontare l’Italia del dopoguerra e la ricostruzione attraverso immagini ritrovate casualmente dalla figlia Silvia. Le sue foto, riscoperta dalla figlia, appunto, dopo un lungo oblio, sono state presentate in modo organico per la prima volta al MAXXI di Roma nel 2019 e oggi, a cento anni dalla nascita, Silvia di Paolo ha rivisitato l’archivio insieme a Giovanna Calvenzi, proponendo un nuovo sguardo sul suo sorprendente lavoro, che inizia con le immagini inedite realizzate agli esordi, ripercorrendo il lungo impegno dedicato a raccontare i mutamenti della società italiana, i viaggi all’estero, il mondo del cinema.
Paolo di Paolo nasce a Laurino nel Molise, si trasferisce a Roma nell’immediato dopoguerra e si iscrive alla Facoltà di Storia e Filosofia della Facoltà La Sapienza di Roma. Frequenta gli ambienti artistici romani, in particolare il gruppo Forma 1, decidendo di sviluppare attraverso la fotografia il proprio interesse per le arti figurative. L’esordio come fotografo avviene da dilettante, nel vero senso della parola di “fotografare per diletto”.
In esposizione trecento fotografie tra le quali molte inedite e per la prima volta a colori, insieme a materiali di archivio, video, riviste d’epoca e documenti originali, che compongono la parabola artistica di di Paolo, dagli esordi nel 1953 fino all’intensa attività con le più importanti testate dell’epoca. La mostra rivolge anche un’attenzione particolare su Genova e la Liguria, territori più volte raccontati dallo sguardo elegante e poetico di Paolo di Paolo che, nel 1969, colpito da un profonda crisi personale e professionale abbandonò la scena.
Di Paolo fu certamente il fotografo più amato da Mario Pannunzio, storico direttore del settimanale del Mondo, dove pubblicò 573 fotografie in quattordici anni, diventando poi un assiduo collaboratore de Il Tempo. Nel 1954 venne pubblicata la prima fotografia sul settimanale culturale “Il Mondo” diretto da Mario Pannunzio, sul quale risulterà il fotografo più pubblicato, fino alla chiusura del giornale, nel 1966. Pannunzio, nel suo giornale nel quale caporedattore è Ennio Flaiano, e vi collaborano i più importanti scrittori e intellettuali dell’epoca, propone un giornalismo nel quale le fotografie, pubblicate in grande formato, non sono legate ai testi, ma sono un racconto autonomo.
Con i suoi reportage ha documentato l’Italia e il mondo, i suoi cambiamenti sociali, i volti con le celebrità, da Anna Magnani a Pier Paolo Pasolini, da Lucio Fontana a Giorgio De Chirico, da Sophia Loren a Marcello Mastroianni.
Numerose le inchieste e i servizi firmati con i più affermati giornalisti dell’epoca; concluse la sua carriera fotografica in tandem con Irene Brin, celebre giornalista di costume, dedicandosi a servizi di moda e società.
Paolo di Paolo , dopo la chiusura del Mondo di Pannunzio, iniziata fotografare il litorale ligure a partire dalla fine degli anni Cinquanta, in occasione di un grande servizio di successo dedicato alle vacanze degli italiani “La lunga strada di sabbia”, un viaggio lungo il perimetro dell’Italia, da Ventimiglia a Trieste, con testi di Pier Paolo Pasolini. Per Il Tempo dedicherà la sua attenzione a Genova in occasione di un’inchiesta su “L’Italia in automobile” e nel 1964 riceverà l’incarico di realizzare un serie di servizi fotografici di carattere industriale per l’Ansaldo di Genova. Del settimanale Il Tempo sarebbe diventato in breve tempo uno dei più importanti collaboratori: nella testata creata da Alberto Mondadori nel 1939, con l’intenzione di ripetere il successo dell’americano Life, un ampio spazio veniva dedicato alle fotografie e ai collaboratori di grande fama. Il Tempo tornava in edicola dopo la Grande Guerra, nel ’46, con il nuovo editore Aldo Palazzi e la direzione di Arturo Toffanelli, che avrebbe scelto Di Paolo come euro dei fotografi di maggior prestigio, cui vennero affidati servizi di attualità, ritratti di personalità del mondo della cultura e dell’altre, oltre a grandi viaggi in giro per il mondo.
Un’importante sezione della sua produzione riguarda la ritrattistica. Negli anni Cinquanta, a Roma, assiste alla rinascita del cinema italiano, quando Cinecittà comincia a ospitare i più importanti attori da tutto il mondo. Paolo di Paolo conosce bene la vita cittadina, oltre a frequentare Menghi, amico di artisti e intellettuali, frequentatore del ristorante Otello alla Concordia, dove conosce, fra i tanti, Mario Monicelli, Mauro Bolognini e Franco Zeffirelli. La sua capacità di creare rapporti di stima e amicizia è legata alla qualità del suo lavoro. Possiede una straordinaria naturalezza nel mettere a proprio agio i protagonisti dei propri ritratti, scegliendo una situazione ambientale tale da valorizzarne la presenza.

