Nel cuore della Reggia di Caserta, uno dei capolavori barocchi più grandiosi d’Europa, Max Mara ha chiuso con stile la stagione delle collezioni cruise 2026. Il direttore creativo Ian Griffiths ha proposto una visione che definisce “femminismo pragmatico”: un’idea di potere femminile che non rinuncia all’eleganza, ma la rende funzionale, concreta e quotidiana.
L’omaggio alle protagoniste del Neorealismo
Ispirata alle figure femminili forti ma vulnerabili del cinema neorealista italiano – quelle impersonate da attrici come Sophia Loren o Silvana Mangano – la collezione ha mescolato riferimenti storici e tagli moderni. Il look d’apertura ha evocato direttamente Riso Amaro: pantaloncini simili a quelli del personaggio interpretato da Mangano, ma rivisitati in chiave luxury, con top coordinato, blazer fluido e stivali alti. Un’estetica che unisce sensualità e autorevolezza.
L’artigianato partenopeo incontra la visione globale
Per costruire questa narrativa, Griffiths ha collaborato con due eccellenze napoletane. La Sartoria Cuomo ha reinterpretato il classico blazer maschile partenopeo in una versione decostruita e femminile, dalle spalle modellate e dai revers ampi. La storica maison di cravatte Marinella, invece, ha fornito sete preziose trasformate in abiti leggeri, chemise da resort, sarong e foulard, indossati anche dagli ospiti maschili.
Un palcoscenico regale per una moda contemporanea
L’intera sfilata si è svolta nella maestosa cornice della Reggia, con 300 invitati tra cui Sharon Stone, Gwyneth Paltrow, Joey King e Alexa Chung. Ad accoglierli, un percorso scenografico lungo le fontane monumentali ideate da Luigi Vanvitelli. La collezione, battezzata Venere Vesuviana, ha mostrato look pensati per donne moderne, capaci di appropriarsi degli spazi con naturale eleganza, anche nei luoghi storicamente riservati al potere maschile.
L’eredità di Maramotti e il futuro del brand
Fondata nel 1951 da Achille Maramotti – lo stesso anno in cui usciva Riso Amaro – Max Mara continua a celebrare una donna forte, realista e indipendente. Non una rivoluzionaria iconoclasta, ma una professionista che conquista il suo spazio nel mondo con intelligenza e stile. Griffiths ha sottolineato come il brand interpreti oggi un femminismo silenzioso ma tenace: “Non è la donna che brucia i reggiseni, ma quella che ottiene risultati con determinazione”.
Eleganza senza tempo
Non sono mancati i classici della maison: cappotti avvolgenti in cashmere, doppiopetto impeccabili, silhouette minimaliste e raffinate. Tutto pensato per una femminilità che non ha bisogno di ostentare, ma che lascia il segno. L’evento si è concluso con una cena sontuosa tra fiori e cristalli, mentre il pubblico tributava a Griffiths un meritato applauso per quella che è già considerata una delle sue collezioni più sofisticate.