Ospitato nel cuore di una delle più belle cittadine della Costa Azzurra, Mentone, a Palazzo Belle Epoque, edificio storico progettato nel 1865 da Gustave Eiffel, domenica 15 giugno prossimo dalle 10 alle 18 con la mostra intitolata “Il cibo nell’arte attraverso i secoli” inaugura il Museo Marabini-Martac, un’istituzione unica nel suo genere che, nei suoi 4500 metri quadrati, offrirà ai visitatori un’esperienza senza precedenti.
L’istituzione propone un viaggio affascinante visivo e concettuale nella storia del rapporto tra arte e cibo, delineando una visione curatoriale originale che intreccia linguaggi, epoche, sensibilità differenti in una narrazione sorprendente e stratificata. Sono riuniti capolavori di Guido Reni, Antoon van Dyck, Canaletto, Sebastiano Ricci, G.M. Mitelli, William Turner, Giorgio Morandi, Pistoletto, Man Ray, Robert Rauschenberg, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Cy Twombly, Keith Haring, Bansky e Daniel Spoerri, solo per citarne alcuni.
Con un approccio multidisciplinare in cui ogni sala è concepita intorno a un tema specifico e accoglie non solo dipinti, sculture e installazioni, ma anche libri rari e manoscritti, dal XV secolo fino all’epoca contemporanea, l’allestimento del nuovo Museo Marabini-Martac costituisce un dialogo serrato tra le diverse forme e linguaggi, permettendo di esplorare in profondità i contesti storici, culturali e simbolici delle opere esposte. Il risultato è un’esperienza di visita immersiva e stimolante, in grado di coinvolgere il pubblico su più livelli di interpretazione e lettura.
L’idea del Museo nasce dalla passione e dalla visione di Liana Marabini Martac e Mauro Marabini, editori, produttori cinematografici, mecenati e collezionisti che, da anni, promuovono mostre ed eventi nelle loro proprietà, tra cui un castello del Quattrocento a Cortazzone, nell’Astigiano, e un museo privato a Mongardino nel Bolognese, specializzato in libri, opere e manoscritti sulla storia del cibo. Fondatrice e presidente della Biennale d’Arte Contemporanea Sacra di Mentone, Liana Marabini-Martac è anche a capo dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, un’associazione internazionale che si occupa della conservazione e del restauro delle collezioni pontificie, per il capitolo di Monaco e della Costa Azzurra.
“Troppo spesso i Musei confinano le opere in categorie, periodi o scuole, con il rischio di soffocarne la vitalità. Ogni opera porta con sé echi di altre opere. Parlano di bellezza, umanità e memoria collettiva. Il loro vero significato si rivela quando le mettiamo una accanto all’altra, quando permettiamo loro di interagire, libere dalle consuete classificazioni – affermano Liana Marabini- Martac e Mauro Marabini – Qui dimentichiamo i punti di riferimento tradizionali. Ci lasciamo sorprendere dai parallelismi, dai contrasti, dalle connessioni. Ci apriamo a dialoghi inaspettati. Scopriamo, senza sforzo, ciò che i musei tradizionali non sempre permettono, vale a dire confronti visivi ricchi di significato. È con questo spirito che nasce questo museo, liberare le opere dalla loro cronologia e dal loro autore, riunendo secondo la loro sensibilità, seguendo affinità estetiche e iconografiche, un po’ come nelle antiche stanze delle meraviglie, dove l’emozione guidava l’esposizione più della logica accademica. Deve diventare questo museo uno spazio dove le opere trovano voce e l’arte non è un concetto chiuso, ma accessibile a tutti.
A garantire l’autorevolezza scientifica della nuova istituzione è stato costituito un comitato di esperti composto da storici dell’arte, giornalisti specializzati, galleristi, direttori di musei e collezionisti di fama internazionale.