Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, presenta “Un altro sguardo. Opere della collezione
Gemma De Angelis Testa”, dall’11 aprile al 12 ottobre prossimo presso
la Villa e la Collezione Panza a Varese.
La mostra inaugura un nuovo ciclo espositivo dedicato al collezionismo, inteso come
strumento di pensiero, di un’identità, come strumento di indagine, pratica culturale e
chiave di lettura del presente. Con questo obiettivo il FAI porterà ciclicamente negli spazi
storici della villa importanti collezioni raccolte d’arte private, capaci di instaurare un
confronto diretto , intenso e stimolante con la sensibilità di Giuseppe Panza di Biumo.
Per questo primo appuntamento sarà l’impronta di Gemma De Angelis Testa, che in oltre
trent’anni ha selezionato e raccolto opere di artisti come Mario Schifano, Pier Paolo
Calzolari, Julian Schnabel, Bill Viola, Anish Kapoor, Tony Cragg! Anselmo Kiefer, a
generare un dialogo con la visione introspettiva e spirituale che guidò Giuseppe Panza,
offrendo al pubblico di villa Panza un altro sguardo sull’arte, lo strumento di conoscenza
interiore come lo è stato per Panza a forma di indagine sul presente, come lo è per
Gemma Testa. A restituire questa visione e a darne forma concreta nel percorso
espositivo saranno 41 opere, provenienti dalla raccolta privata della collezionista, alcune
delle quali esposte per la prima volta, tra cui opere di grandi artisti come Cy Twombly,
Robert Raushenberg, Francesco Vezzoli, Sherin Neshat, Marina Abramovic, William
Kentridge, Andres Serrano, Cecily Brown, Ai Weiwei. Protagonista della raccolta di Emma
De Angelis Testa fu una fondatrice di Acacia (associazione amici arte contemporanea
italiana), che ha ricercato nell’arte uno strumento per indagare l’uomo e la realtà che abita.
Raccogliendo e selezionando voci e storie del mondo, la collezionista ha dato forma a una
importante raccolta di opere che raccontano il presente e le sue trasformazioni. Al nucleo
principale, costitutivo dalle opere della collezione privata, si affiancano prestiti significativi
della Fondazione Musei Civici di Venezia, che nel 2022 ha ricevuto in donazione dalla
collezionista un importante corpus di 107 lavori, dal Museo del 900 di Milano, la cui
collezione si arricchisce anno dopo anno grazie all’Associazione Acacia che, attraverso il
Premio per Giovani Artisti Italiani, ha già donato 39 opere di 37 artisti diversi. Il percorso di
mostra si articola in 11 sezioni, e intreccia il vissuto personale di Gemma Testa con le sue
scelte collezionistiche. Ogni ambiente interpreta le linee di ricerca e gli interessi della
collezionista: dall’espressione gestuale libera della libera pittura all’analisi concettuale del
pensiero, dalla condizione della donna alle tematiche identitarie, fino alla memoria e alla
censura politica. Tra i lavori selezionati al primo piano della villa si incontrano opere di Cy
Twombly, Robert Raushenberg e Mario Merz, che segnano l’inizio dell’attività di ricerca di
Gemma Testa. Il percorso prosegue con lavori di Francesco Lo Savio, Gianni Piacentino e
Joseph Kosuth, artisti tra minimal e concettuale, la cui presenza in collezione riflette la
tendenza della collezionista con le tendenze artistiche del tempo. Un cambio significativo
emerge nella sezione dove è documentato un momento di svolta nel percorso
collezionistico di Gemma Testa che, affrancandosi dalle correnti consolidate sceglie diseguire una sua personale visione. Qui trovano spazio i lavori di Elizabeth Neel, Andreas
Breunig, Cecily Brown, Anselm Reyle, Gregor Schneider e Oscar Murillo, che esplorano la
pittura per la pittura, ovvero il linguaggio pittorico nelle sue molteplici declinazioni. La
narrazione espositiva procede poi con i lavori di Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft, che
concentrano le rispettive ricerche sulla donna icona, analizzandone corpo, espressività e
costruzione simbolica dell’immagine pubblica, tra codici culturali e stereotipi. Segue una
selezione e di artisti e artiste, Shirin Neshat, Andres Serrano, Bill Viola, Marina Abramovic,
Pipilotti Rist e Monica Bonvicini, che affrontano il concetto di identità di genere con una
particolare riflessione sul mondo femminile, evidenziando i meccanismi di subordinazione
radicati nella storia e nelle religioni. A queste tensioni fa eco il lavoro di Pascale Martine
Tayou, che attraverso i suoi lavori affronta le sue origini africane e le aspettative ad esse
legate.
A completare le riflessioni proposte in questi ambienti, una scultura di Armando Testa
“Senza titolo”(Segno) del 1990, in cui il corpo di Cristo si fa struttura e la struttura si fa
corpo, una simbiosi tra significato e significante. Sono anche esposti due suoi iconici
manifesti, sintesi di un’estetica del messaggio pubblicitario, ma allo stesso tempo
emblema della storia personale della collezionista. Scendendo al piano terra, nell’ala dei
rustici, si incontra una selezione di videoinstallazioni con due lavori Sabrina Mezzaqui,
omaggi alla bellezza e alla natura materna, e tre opere che affrontano il tema della patria
di Adrian Paci, la cui vicenda artistica si intreccia agli eventi politici della sua nazione
d’origine, l’Albania. Nella Scuderia Grande viene invece indagato il tema delle
persecuzioni politiche, culturali e religiose, e le conseguenti diaspore attraverso i lavori di
Yan Pei-Ming, Ai Weiwei e William Kentridge, in cui le opere diventano veicolo di
riflessione sui meccanismi di potere che caratterizzano identità e libertà di espressione. Il
percorso si conclude con i lavori di Grazia Toderi e Thomas Ruff, che si confrontano con
l’infinito e il sublime, oltre a un’opera di Peter Fischli & David Weiss, installata nel l’arco
della villa. L’evento si svolge con il patrocinio della Regione Lombardia insieme al Comune
di Varese. Il calendario di eventi nei Beni del FAI 2025 è reso possibile grazie al
fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner ufficiale degli eventi istituzionali, e al
contributo prezioso di Pirelli, che è accanto al FAI dal 2005.
