C’era grande attesa nell’atelier di Avenue Georges V, uno spazio che ha visto alternarsi alcune delle menti più brillanti della moda, da Hubert de Givenchy a John Galliano, fino ad Alexander McQueen e Riccardo Tisci. Oggi, a scrivere un nuovo capitolo della maison è Sarah Burton, una designer che ha dimostrato talento, dedizione e una visione ben definita. Il suo arrivo sembra quasi scritto nel destino, ma è la sua esperienza e il suo impegno a renderla la scelta ideale.
Un percorso segnato dall’eccellenza
Gli anni trascorsi alla guida di Alexander McQueen hanno confermato la straordinaria capacità di Burton di reinterpretare il patrimonio di un marchio, mantenendone lo spirito innovativo. Il suo legame con il mondo di Lee McQueen è profondo, e oggi, quasi trent’anni dopo la nomina di quest’ultimo alla direzione creativa di Givenchy nel 1996, Burton raccoglie un’eredità importante con l’obiettivo di rilanciare il fascino di una maison amata e rispettata.
L’ispirazione dietro la collezione
La nuova collezione nasce da un sorprendente ritrovamento: durante i lavori di ristrutturazione della prima residenza di Hubert de Givenchy, sono stati scoperti alcuni cartamodelli risalenti alla collezione di debutto del 1952. Un dettaglio che ha acceso l’ispirazione di Sarah Burton, spingendola a esplorare nuovamente l’arte del taglio e della sartoria, in una fusione tra tradizione e innovazione.
Eleganza contemporanea e artigianalità
La collezione si distingue per capi che esprimono una sofisticata modernità: cappotti in tweed con dettagli tie-dye, abiti guêpière con giochi di trasparenze, bustier in lana e trench strutturati. Non mancano i tuxedo con ampi revers, camicie in pelle abbinate a gonne pencil e robe manteaux in pelle dal taglio deciso. Il tutto con un approccio che esalta la femminilità senza rinunciare a una visione audace e attuale.
Il messaggio è chiaro: Givenchy si allontana dalle tendenze streetwear per riaffermare il valore dell’eleganza sartoriale in chiave moderna. La standing ovation finale celebra non solo il ritorno a una moda più formale ma anche la capacità di reinventarla senza cadere nel conservatorismo. Sarah Burton ha dimostrato che il futuro di Givenchy è in ottime mani.