Nei primi nove mesi dell’anno, i risultati evidenziano un dato negativo, sebbene migliore delle previsioni e caratterizzato da una certa tenuta, secondo gli analisti di Barclays. Questo è stato possibile soprattutto grazie a un ultimo trimestre con una buona performance nel settore direct-to-consumer. Di conseguenza, questa mattina il titolo della maison registra un aumento superiore al 7% a Piazza Affari.
Nonostante il miglioramento, anche nell’ultimo trimestre i ricavi, pari a 291 milioni di euro, hanno registrato una flessione del 6,7% a cambi correnti (-4% a valuta costante), dopo un calo del 9,6% nel trimestre precedente.
“Tuttavia, abbiamo riscontrato segnali incoraggianti nel nostro business ‘direct to consumer’ che ha riportato risultati in linea con l’anno scorso, con un buon andamento del canale primario in Europa e nelle Americhe, dove si sono registrate crescite a doppia cifra rispetto al quarto trimestre 2023. La performance in Asia Pacifico, sebbene abbia mostrato un lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente, è rimasta debole, così come per i canali wholesale e travel retail, impattati negativamente anche da una diversa tempistica delle consegne”, commenta Marco Gobbetti, amministratore delegato e direttore generale. “Siamo soddisfatti delle basi che abbiamo creato e, pur consapevoli di un contesto di mercato complesso, siamo incoraggiati dalle tendenze rilevate a fine anno. Gennaio riscontra un’accelerazione della crescita del canale DTC, anche se supportata dalle diverse tempistiche legate al Capodanno cinese e da una base di confronto favorevole rispetto allo scorso anno” conclude Gobetti.
Nel quarto trimestre, il Nord America ha registrato una crescita del 5,4%, trainata dal canale diretto al consumatore (DTC), che ha rafforzato la propria base clienti esistente e attratto nuovi acquirenti, secondo quanto riportato nella nota. Tuttavia, su base annua, le vendite nella regione hanno subito una flessione del 2,6%, influenzata negativamente dal canale all’ingrosso.
Significativo il calo nell’area Asia-Pacifico, con una contrazione del 24% nel trimestre e del 19,7% sull’intero anno. Il Giappone, invece, ha mostrato una maggiore tenuta, registrando una riduzione dell’1,2% negli ultimi tre mesi e del 4,3% su base annua.