Dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, al Museo Diocesano di Milano, verrà esposta una delle più celebri e affascinanti opere di Sandro Botticelli dal titolo “L’adorazione dei Magi”, tempera su tavola conservata nelle Gallerie degli Uffizi a Firenze. Nella tavola spiccano l’abilità ritrattistica del pittore, l’uso di una gamma cromatica squillante e la resa minuziosa dei particolari. La scena sacra allude alla fedeltà da parte del committente nei confronti dei Medici, celebrati per il valore divino del loro operato terreno. L’opera sarà presentata in un percorso espositivo che prevede un approfondimento storico, artistico e spirituale, con l’ausilio di apparati didattici, immagini, video e musiche che permettono una riflessione sull’opera e sul suo significato. “L’adorazione dei Magi” è il capolavoro per Milano 2024. L’iniziativa, giunta alla sua sedicesima edizione, porta ogni anno un nuovo capolavoro al museo, per un’esposizione che, nel 2024, è curata da Daniela Parenti, curatrice della Pittura del Quattrocento delle Gallerie degli Uffizi, e da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano.
“Siamo grati alle Gallerie degli Uffizi e al direttore Simone Verde per aver lavorato con noi a questo progetto, giunto ormai alla sua sedicesima edizione – afferma Nadia Righi – fortemente identitaria per il Museo Diocesano. Il tema dei Magi, riproposto da Botticelli con grande raffinatezza, ci è particolarmente caro, in quanto il Museo fa parte di quel complesso di Sant’Eustorgio, la cui basilica conserva le reliquie dei Santi Re Magi, da sempre oggetto di adorazione da parte dei milanesi”.
“L’adorazione dei Magi di Botticelli – spiega Daniela Parenti – è stata dipinta per l’altare di Gasparre da Lama, situato nella chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze, e di un’opera capace di narrare altre storie oltre a quella dell’Epifania: testimonia l’estro e l’abilità ritrattistica del Botticelli, in piena ascesa sulla scena artistica quando dipinse l’opera nella prima metà degli anni Settanta del Quattrocento; tramanda la memoria del suo sfortunato committente Gasparre da Lama che, per un eccesso di cupidigia, fu poi condannato e privato delle ricchezze; celebra la grandezza dei Medici, veri protagonisti della raffigurazione, ci parla di intrighi di corte che determinarono nella seconda metà del sedicesimo secolo l’ingresso del dipinto nella collezione del Granduca di Toscana Francesco I”.
La tavola è stata realizzata intorno al 1475 per la cappella dedicata ai Magi di Santa Maria Novella, a Firenze, fatta costruire a partire dal 1469 dal ricco e ambizioso uomo d’affari Gasparre da Lama. Quando la caduta in disgrazia del committente portò all’abbandono della cappella, “L’adorazione dei Magi” entrò a far parte della collezione dei Medici, come risulta dagli inventari della fine del Cinquecento. È esposto agli Uffizi dal 1796.
Il tema è stato scelto per ragioni legate al nome del committente, Gasparre, come il più giovane dei Re Magi, per rendere omaggio ai Medici, ferventi sostenitori della Compagnia dei Magi, con sede a San Marco, a Firenze. Questo tema viene rappresentato da Botticelli con grande originalità, in una composizione equilibrata, con la capanna in posizione centrale e numerose figure disposte intorno a essa in maniera articolata, in grande varietà di pose e atteggiamenti rappresentate da cromie sgargianti e una resa precisa dei particolari. Nella gamma cromatica spiccano i rossi, gli arancioni e gli azzurri, cosiccome nella resa dei particolari, quali i doni preziosi e le vesti degli astanti, ma anche negli squarci di paesaggio sullo sfondo con rovine di un complesso edificio antico, che diventa pretesto per un esercizio prospettico, ma anche allusione della fine del mondo pagano con la nascita di Cristo. Sul muro diroccato, alla destra della composizione, si scorge il pavone, simbolo della Resurrezione. Questi dettagli simbolici e altri rafforzano la sacralità della scena, che è evidenziata nella posizione elevata della Sacra Famiglia. Non è un caso che il fulcro della composizione sia il gesto del Re anziano che, inginocchiandosi, riconosce la divinità del Bambino offerto da Maria come dono prezioso.


