Nonostante alcuni indicatori economici positivi a livello globale, come l’inflazione vicina al livello target in tutte le principali economie, i tassi di interesse in fase decrescente e un’analoga situazione in Italia con l’inflazione, che ha raggiunto in settembre il livello più basso registrato da inizio anno, +0,7%, nel retail le dinamiche a livello numerico delle operazioni di private equity e venture capital sono in diminuzione rispetto ai 4 anni precedenti. Tuttavia, l’ammontare degli investimenti è superiore, segno che le operazioni condotte a termine sono di dimensioni maggiori tanto che il peso del retail sul totale mercato delle operazioni di private equity è pari al 5% come nel 2019. In un percorso di consolidamento dei brand, dunque, c’è spazio per le operazioni di M&A.
Nel 2024 sono state annunciate e in larga parte chiuse 14 operazioni finanziarie, di cui 8 nel I semestre 2024 portate a termine dai fondi di private equity per un ammontare di 208 milioni di euro contro i 6 deal per un valore di 69 milioni dello stesso periodo 2023 (dati Aifi 2024) e altre 2 operazioni chiuse dopo il 30 giugno 2024. Ulteriori 4 operazioni sono state annunciate da parte di investitori strategici come Richemont, Miroglio, L’Occitane, Fressnapf.
I deal principali includono Tod’s, Vhernier, Elisabetta Franchi, Trussardi nel fashion, La Piadineria, Fra Diavolo, Temakinho nella ristorazione, Acqua & Sapone, Veralab, Kiko e Dr. Vranjes nella cosmetica / beauty, Animalia e Arcaplanet nel petfood / petcare.
Se i dati del 2024 mostrano una modesta dinamicità, non va tuttavia dimenticato che il 2022 rimane l’anno record per le operazioni private equity e venture capital nel retail con 859 milioni di euro di investimenti a fronte di 31 deal. Nei due anni successivi, la situazione geopolitica internazionale, l’inflazione che ha raggiunto livelli record in Italia, l’aumento dei tassi di interesse e una forte volatilità dei mercati hanno prodotto una forte stagnazione dei consumi, che nel progressivo anno gennaio-agosto 2024 vs gennaio-agosto 2023 ha fatto registrare una flessione del -0,4%. Queste le principali evidenze emerse dall’annuale convegno Retail & Finanza. Sfide e opportunità di investimento nel retail promosso da Confimprese a Milano in Sala Borsa.
«Il calo delle operazioni di provate equity e venture capital nel retail – commenta Mario Resca, presidente Confimprese – è legato alla crisi geopolitica internazionale degli ultimi 2 anni che ha creato un clima di maggiore cautela e selettività da parte degli investitori finanziari. Le aziende retail moderne, capaci di combinare strategie multicanale e di interpretare i dati raccolti dai consumatori per offrire prodotti e servizi rispondenti alle loro necessità, sono imprese importanti e potenzialmente interessanti anche per gli investitori finanziari, ma sono anche esposte all’evoluzione dei consumi e alle variazioni del potere di acquisto dei consumatori e qualcuno può percepirle più vulnerabili in momenti di contrazione del potere di acquisto o particolarmente forti in cicli espansivi. Le imprese retail in crescita hanno bisogno di finanziare il proprio sviluppo con impegno di capitale circolante spesso non indifferente e di risorse finanziarie di lungo termine a supporto di progetti espansivi impegnativi. Dunque, per sostenere piani di sviluppo importanti l’apertura del capitale ad investitori finanziari diventa indispensabile».
La ricerca PwC Retail & Finanza, i trend del mercato M&A per Confimprese registra ulteriori aggregazioni nei segmenti personal care, cosmetica, pet food, pet care e una ripartenza selettiva nel comparto ristorazione con preferenza per i modelli di fast dining senza seduta. Nel fashion si prevede un aumento di operazioni di ristrutturazione finanziaria sia per razionalizzare la presenza dei punti vendita fisici sia per ottimizzare ed efficientare il canale online ed ulteriori operazioni su brand. Maggiore cautela nel comparto furniture, che ha visto un forte rallentamento dopo un periodo di crescita significativa nel periodo Covid e post Covid, stimolato da incentivi.
Un tema di fondamentale importanza per il nostro sistema Paese è migliorare la capacità di attrarre investimenti esteri. Nel 2023 i capitali esteri immessi nel nostro sistema sono diminuiti del 40%: il nostro Paese è riuscito ad attrarre solo 18 miliardi, la metà della Spagna. Avremmo sempre più bisogno di risorse, soprattutto dopo la fine dei fondi del Pnrr. E’ altrettanto importante promuovere l’aggregazione commerciale delle piccole-medie imprese per la creazione di economie di scala in grado di affrontare la competizione mondiale e promuovere l’innovazione. Ad oggi in Italia il settore del retail risulta ancora molto frammentato: il tasso di presenza delle catene nel mercato italiano è circa un terzo della media europea.
«I fondi di private equity interessati al retail – spiega Emanuela Pettenò, consumer & markets deals leader PwC Italia – guarderanno soprattutto ad asset e a modelli di business resilienti, con forte potenziale di crescita organica e inorganica sul mercato nazionale, esportabilità, capex ridotti per le nuove aperture, limitata esposizione al ciclo economico. Gli operatori industriali guarderanno con interesse situazioni in turnaround o tensione finanziaria e coglieranno l’occasione di parziali dismissioni per focalizzarsi sul core business».
Gli Associati Confimprese attualmente partecipati da fondi sono 16, rappresentano un fatturato di circa 2.4 miliardi di euro. La ristorazione è predominante con 8 aziende partecipate, seguono abbigliamento-accessori con 4, altro retail con 4. Nella ristorazione sono MiScusi, Rossopomodoro, Cigierre, La Piadineria, Cioccolati Italiani, My Chef, Dispensa Emilia, Forno D’Asolo. In abbigliamento-accessori OVS, Conbipel, Pittarosso e Velasca. In altro retail Neo Apotek, Vision Group, Gruppo Landoll, Facile.it.