L’era dell’iperinformazione si fonde con la rivisitazione dei codici estetici della maison. L’universo della sfilata Prada PE25 è complesso e stratificato, riflesso di un presente altrettanto sfaccettato e multiforme. Miuccia Prada e Raf Simons non si oppongono al costante flusso di contenuti che caratterizza le nostre vite, ma al contrario cercano di instaurare un dialogo.
“Il supereroe era il filo conduttore della collezione – osserva Miuccia Prada – altrimenti sarebbe stato tutto schizofrenico. Si tratta della forza personale, non è potere ma la forza dell’individuo”. Non a caso, aggiunge Raf Simons, “abbiamo immaginato ogni individuo come un supereroe, con i suoi poteri e la sua storia, riflettendo su questa idea di trasformazione, i comportamenti, le azioni o i vestiti che scegliamo sono mezzi per esprimere un messaggio, per affermare la nostra autorità e la nostra forza. Essi possono trasformare la percezione che abbiamo di noi stessi”.
Stupiscono le gonne a pieghe che più borghesi non si può, ma tenute su da una cinta con moschettoni e ganci in acciaio, i copricapi che sono anche visiere e occhiali, effetto cuffia spaziale, gli oblò che si aprono su gonne metalliche, l’anima in filo di ferro dei colletti dei cappucci e degli abiti a fiori, le calze-leggings di maglia a coste, i pantaloni dove la cinta è stampata, i grandi occhiali retro futuristici, le tute da supereroe portate sotto l’abito di chiffon. E poi i codici del vestire borghese, i classici di Prada, dalla blusa con il fiocco al bel cappotto maculato, in un salto continuo tra passato e futuro, dove ognuno esprime la propria personalità, all’insegna di quell’imprevedibilità così umana che è la risposta di Prada a un mondo fatto di scelte artificiali.