Un piccolo gioiello a partire dalla preziosa carta color caffè ottenuta dal riciclo degli scarti di lavorazione del cocco, alle riproduzioni delle incisioni realizzate, appositamente per il racconto, dall’artista Pier Paolo Del Bianco, per completare con l’irriverente, ironica, gustosa narrazione.
Così si presenta ‘U Cafè, ultima opera dello scrittore siculo romagnolo Maurizio Maria Taormina. Più che un racconto un ”Cuntu” come nella migliore tradizione letteraria siciliana, che ci trasporta come in un viaggio che rapisce e che viene voglia di affrontare riga dopo riga con le parole dell’autore. Un viaggio narrato in quel siciliano aulico reso noto ai più dalla penna del Maestro Camilleri, e con a fronte l’adattamento in italiano per i meno ferrati. La storia del Caffè, così come lo conosciamo e consumiamo ancora oggi, cioè dal crudo inservibile seme alla tostatura e molitura, come un divertentissimo viaggio nella capacità umana di superare le avversità.
E le avversità sono quelle della storia, della volontà umana di disfarsi del “buio” dell’inquisizione, di progredire, scoprire, inventare fino al talentuoso raggiungimento del risultato che in questo caso è l’invenzione del caffè nero, bollente e zuccherato come conclude l’autore. Il tutto nella cornice dell’immaginifica Sicilia barocca. Un Barone dal sapore Verghiano legato a ricchezza e “Robba”, un Inquisitore che sembra uscito da una pagina di cronaca Sciasciana, uno Speziale scopritore e inventore., che ricorda le meravigliose pagine del “Sorriso “ di Consolo e le pennellate di Antonello da Messina.
Un piccolo gioiello da leggere d’un fiato in attesa dell’arrivo (speriamo presto) del nuovo racconto dedicato alla frutta Martoranaper la collana “Giulebbe” interamente dedicata all’invenzione dei prodotti iconici e buoni della terra di Sicilia, edita in elegantissima versione dall’editore NFC di Rimini.