Dal 10 ottobre prossimo al 2 febbraio 2025 a Milano Pirelli Hangar Bicocca presenta la retrospettiva dedicata a Jean Tinguely, uno dei padri dell’arte cinetica.
Nato il 22 maggio 1925 a Friburgo in Svizzera ( il prossimo anno si celebrerà il centenario della sua nascita), e spentosi a Berna il 30 agosto 1991, è considerato uno dei più grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, e uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica. Al centro del suo lavoro è la ricerca attorno alla macchina e al suo funzionamento, i suoi rumori, i suoi suoni e la poesia che ne scaturisce.
Tinguely è stato tra i primi artisti ad utilizzare oggetti di cartone, ingranaggi e altri materiali che ha poi saldato, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti di veri e propri motori.
“Sono un’artista del movimento. Ho cominciato facendo pittura, ma mi sono arenato, eingranaggvicolo cieco”. Questo ciò che raccontava alla radio televisione belga Tinguely , rivelando una propensione artistica che si espande ad ampi temi esistenziali, quali la precarietà e transitorietà dell’essere umano, l’evoluzione dei contesti sociali e politici.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Tingueley di Basilea, curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane, Vincente Todoli e Fiammetta Griccioli, e tenta di evidenziare la radicalità e la natura sperimentale dell’artista svizzero, tra le figure cruciali delle storia dell’arte del Novecento.
Le sue sculture presentano un carattere performativo grazie al loro costante movimento e alla loro peculiarità nel coinvolgere il pubblico. L’ingranaggio, la ruota, in particolare, sono spesso gli elementi fondanti delle sue opere, i cui funzionamenti sono volontariamente sgretolati dall’artista, che libera la macchina dalla tirannia dell’utilità, favorendo l’imprevisto e l’effimero all’interno dei suoi marchingegni assurdi e al tempo stesso esilaranti.
La mostra presentata in Pirelli Hangar Bicocca sarà la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dalla scomparsa dell’artista, includendo più di trenta opere seminali dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, che occuperanno la quasi totalità dei 5 mila metri quadrati delle navate.
L’ultimo grande tributo a Jean Tinguely in un’istituzione italiana avvenne nel 1987 con la mostra intitolata “Una magia più forte della morte” a palazzo Grassi, curata da Pontis Hultén.
Il nuovo progetto espositivo milanese avrà uno stretto legame con la originaria funzione industriale dell’edificio di Pirelli Hangar Bicocca e la mostra sarà l’occasione per riflettere sull’idea che l’artista aveva di museo e ‘antimuseo’, evocando al tempo stesso il suo atelier- fabbrica a La Verriere nel cantone di Friburgo. Ne scaturirà una scenografia sonora e visiva di opere cineteca monumentali, in cui troveranno spazio, accanto a macchine cacofoniche, opere musicali e colorate.
La mostra sarà anche l’occasione per ricordare e narrare il profondo rapporto di Tinguely con Milano, dove ha realizzato alcuni dei suoi più celebri progetti come “La Vittoria”, datata 1970 e iconica performance- spettacolo organizzata di fronte al Duomo. Tra le opere in mostra le sculture sperimentali méta-mecanique della metà degli anni Cinquanta, quali “Gismo”
( 1960), scultura meccanica imponente dotata di ruote e motore; “Ballets des Pauvres” (1961), realizzata con oggetti di uso domestico, “Requiem pour une feuille morte” del 1967.
Diversi macchinari per il lavoro agricolo sono l’elemento fondamentale del Plateau Agriculturel. I “Philosopher”del 1988 e del 1989 sono stati dall’artista dedicati ai filosofi antichi e moderni, le macchine musicali sono presenti in opere come Méta-Maxi e opere come Pit Stop del 1984.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Museum Tinguely di Basilea.