Dalla gastronomia all’alta moda fino al design, l’Italia si impone ancora una volta sul mercato internazionale grazie a un export da record, in cui sono la tradizione, l’artigianalità e l’eccellenza nostrane a fare la differenza.
Lo dimostra il recente report condiviso dal Centro studi di Confindustria dal titolo Esportare la Dolce Vita, che prende in considerazione il 2022 e l’ultimo semestre del 2023 per analizzare l’andamento del mercato Made in Italy internazionalmente; ciò che il report delinea è un quadro incline alla crescita, in cui emerge un margine potenziale di incremento delle esportazioni pari a 96 miliardi di euro.
Non siamo tornati ai numeri di tre anni fa, un’epoca che ancora non conosceva la pandemia o la guerra in Ucraina, ma ciò non significa che il Made in Italy stia conoscendo una crisi.
“L’elevato grado di incertezza persiste perché difficilmente si tornerà al business come lo conoscevamo pre-Covid” specificano gli analisti di Confindustria. “Eppure i numeri dicono che l’export BBF nel 2022 è cresciuto del +27% circa rispetto alla media del triennio 2019-2021, con una performance superiore rispetto a Francia, Germania e Spagna“.
A concretizzare questa crescita sarà l’attitudine delle grandi aziende, che si sono dimostrate versatili, pronte e dinamiche di fronte alle oscillazioni continue del mercato e dell’industria.
“Non torneremo a condizioni di normalità perché i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Le imprese lo hanno capito perfettamente e si attrezzano per gestire i cambiamenti, in maniera strutturale” conferma Alessandro Fontana, direttore del centro studi. “Una quota elevata di imprese italiane, oltre il 20%, abbia trovato in questi anni altri fornitori, magari tenendo due canali aperti. E parecchi imprenditori hanno ampliato la rete con fornitori italiani”.
Importante, secondo Fontana, è intrecciare rapporti commerciali duraturi con i paesi emergenti: le economie già mature, infatti, stabilizzano le tendenze, piuttosto che innovarle, mentre quelle ancora acerbe, ma in velocissima espansione, garantiscono una crescita più rapida; rimangono determinanti, tuttavia, le incertezze geopolitiche e conseguentemente economiche che derivano dai più recenti eventi mondiali, come il genocidio in Palestina, la crisi climatica e il conflitto in Ucraina.