La moda maschile entra nel vivo tra Pitti Uomo e la Men weeks meneghina, ma lo fa con dei segnali incoraggianti. Dopo un 2020 segnato da un calo di fatturato (-19,5%), nel 2021 il settore della moda maschile italiana ha cominciato il suo recupero, crescendo del 15,2% superando i 9,4 miliardi di euro.
I risultati però non sono sufficenti a colmare le perdite rispetto al 2019: degli oltre 1,9 miliardi persi nel 2020 resta ancora un gap di quasi 740 milioni (-7,3%).
Come sempre l’export è il punto forte su cui puntano le aziende. Nel 2021 le esportazioni di menswear sono cresciute del 13,4%, tornando a superare i 6,6 miliardi di euro. Nel Q1 del 2022 il trend positivo è continuato: l’export è cresciuto del 6,3%, per un totale di oltre 1,7 miliardi di euro, e, allo stesso modo, l’import registra un +22,6%.
A livello di canale distributivo (i dati sono relativi al periodo marzo 2021-febbraio 2022), il mercato uomo nazionale si conferma dominato dalle catene (+36,2%), seguite dalla Gdo (+40,6%) e poi dal dettaglio indipendente, cresciuto del 56%.
“Alla vigilia di Pitti Uomo 102 il nostro cuore sente forti segnali di ripresa, la nostra testa registra le incognite. Entrambi ci devono spingere a fare di più e meglio – dichiara Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana -. Ma per farlo credo sia utile un gesto simbolico che aiuti a cambiare prospettiva, a provocare uno spiazzamento. Da qui l’idea del Centro di Firenze per la moda italiana e dei suoi partner di posare un prato verde sulle pietre di via Tornabuoni e costruire un labirinto in piazza Strozzi, rifacendosi tra l’altro ad antiche tradizioni cittadine”.