Riapre al pubblico lo straordinario Teatro Verde sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. La Fondazione Giorgio Cini presenta infatti un nuovo tassello nel piano di valorizzazione dell’isola e dal 10 aprile il teatro all’aperto, opera dell’architetto Luigi Vietti, torna accessibile dopo il parziale restauro. Fino al 1° maggio sarà visitabile nel contesto di Homo Faber Event (info homofaber.com), dal 20 maggio con il programma di visite guidate della Fondazione Cini (info www.visitcini.com).
Al restauro si accompagna un progetto artistico per la valorizzazione del Teatro con un’opera digitale firmata dall’artista Mattia Casalegno e il sound designer Martux_m che, il 9 aprile, presenteranno il trailer visualizzabile anche da dispositivi mobili.
IL PIÙ BELLO AL MONDO
Voluto da Vittorio Cini e inaugurato nel 1954, l’anfiteatro all’aperto, capace di ospitare fino a 1.500 persone, nel corso del 2021 il Teatro Verde è stato oggetto di un grande progetto di recupero che ne ha riportato alla luce l’architettura, valorizzandone tutte le qualità dei materiali costruttori, la struttura botanica circostante, le spazialità e gli straordinari scorci paesaggistici. La Fondazione Cini ha fatto così un primo passo verso un recupero di questa straordinaria architettura. L’intervento, a cura della Fondazione Cini, è stato reso possibile grazie alla partnership con Cartier, maison da sempre attenta alle eccellenze culturali.
Definito negli anni ’50 dall’attrice Katerine Hepburn come “il teatro più bello del mondo” e inserito nel 2016 tra I Luoghi del Cuore del FAI, il Teatro Verde è così denominato per le siepi di ligustro collocate sugli schienali delle sedute in pietra e si trova nella porzione meridionale del bosco dell’isola di San Giorgio Maggiore fondendosi con il paesaggio e assumendo come quinta teatrale la Laguna di Venezia. L’anfiteatro all’aperto è da sempre esposto all’aggressività dell’ambiente lagunare e alle acque alte. La parte del Teatro che si trova sotto il palcoscenico infatti – contenente camerini, servizi, locali tecnici, depositi e la fossa dell’orchestra – è collocata a una quota inferiore rispetto al medio mare; quindi, in più occasioni la fossa dell’orchestra e il seminterrato sono stati sommersi. Per questo motivo già dal 1975 le programmazioni non furono continuative, e frequenti furono gli interventi mirati di restauro: negli anni 2000 per gli spettacoli della Biennale, nel 2007 e infine per un’ultima stagione concertistica a cura di Ponderosa Music & Arts nel 2013-2014.
“Il recupero del Teatro Verde – rimarca il segretario generale della Fondazione Giorgio Cini Renata Codello – rappresenta oggi un momento cruciale, non solo per la storia architettonica di Venezia, ma soprattutto per la sua vita culturale e artistica, di cui la Fondazione Cini rappresenta da sempre un punto di riferimento internazionale. L’impegno alla valorizzazione e alla riapertura del Teatro Verde è un piano a lungo termine che abbiamo iniziato con determinazione e che porteremo alla conclusione nei prossimi anni. Inutile dire che gli investimenti necessari per ultimare tutte le fasi del restauro sono molto consistenti ma confidiamo di poter perseguire i nostri obiettivi anche grazie ad alcune partnership che già in questa fase hanno reso possibile il primo intervento e la riapertura”.