La filiera della moda italiana, riconosciuta in tutto il mondo per l’estremo valore qualitativo delle sue produzioni, può contare su un fatturato annuo di circa 80 miliardi di euro, occupando quasi 500 mila addetti specialmente appartenenti a micro (28,2%) e piccole imprese (37,2%). Il settore si impone così quale componente fondamentale dell’intera industria manifatturiera del nostro Paese determinandone l’8,5% del fatturato e il 12,5% dell’occupazione.
Moltissimi big del fashion internazionale anche quest’anno, nonostante la crisi incombente, hanno scelto, in ottica di sviluppo e tutela, di credere nel Made in Italy attuando una serie di investimenti proprio nella filiera della moda italiana. Dapprima Chanel che ha acquisito nei mesi scorsi sia la conceria Gaiera (MI) che il calzaturificio Ballin (VE), a seguire Oscar Garavani, nipote di Valentino, che ha rilevato metà delle quote della Pelletteria Modigliani (CE), poi Hind Spa che ha rilevato Albachiara (AR), specializzata nella produzione di abbigliamento leggero per donna ed infine Piacenza 1733 che ha acquistato lo storico Lanificio piemontese (BI).
Svariati poi gli investimenti anche a lungo termine. È il caso, ad esempio, della Fendi Factory ora in costruzione a Bagno di Ripoli (FI) che sarà inaugurata nel 2022, ed anche di Balengiaca che aprirà l’anno prossimo il suo primo centro di formazione e produzione di pelletteria in Italia, precisamente in Toscana.
Infine, alcuni volti nuovi sono prossimi alla nascita dopo specifiche operazioni di acquisizione. Promossa da Vam investments e Fii-Fondo italiano d’investimento, prenderà infatti presto vita la nuova holding “Florence” che, nata con l’acquisizione delle aziende toscane Giuntini, Ciemmeci fashion e Mely’s magliera, si prepara ad imporsi sul territorio nazionale quale primo polo produttivo per l’abbigliamento di lusso.
Un anno di investimenti nella filiera della moda italiana
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